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Vertenza con il Governo per il diritto allo studio

Una vertenza forte col Governo sulla drammaticità del problema scuola alla luce anche delle specificità della Sardegna che è gravemente penalizzata dai decreti Gelmini. Lo rivendicano con forza i consiglieri regionali del Partito democratico alla Giunta con una mozione di cui è primo firmatario il consigliere Marco Espa.
Leggi la vertenza (Mozione 9 XIV legislatura)

Il documento “impegna la Giunta a procedere con la massima urgenza ad aprire una vertenza con Roma al fine di assicurare il diritto allo studio a tutti i ragazzi sardi adottando un piano generale di riqualificazione che impedisca la chiusura delle scuole”, ma chiede sempre all’esecutivo regionale “di assumere iniziative per sostenere le rivendicazioni degli insegnanti e del personale non docente precari per assicurare la stabilizzazione occupazionale”; non ultimo, esorta la Regione a “tutelare il diritto allo studio degli studenti con disabilità attraverso provvedimenti non rispondenti a meri calcoli ragionieristici per non fare passi indietro sui diritti costituzionali ormai storicamente acquisiti della pari opportunità”.

“I tagli sulla scuola – ha ricordato Marco Espa illustrando la mozione- hanno una ricaduta pesantissima sulla società soprattutto delle zone meno sviluppate dell’isola”.
“Chiudere una scuola, creare le pluriclassi –ha proseguito Espa- ha ripercussioni negative sul tessuto sociale dei nostri piccoli paesi”. Gravissime poi le conseguenze sul piano occupazionale “quando lo stesso direttore scolastico regionale ha riferito alla Commissione consiliare che non vi sarà un turn over del personale della scuola in seguito ai pensionamenti”.
“Con le pluriclassi con un solo insegnante e la chiusura delle scuole nelle zone meno popolate si stanno creando incroci pericolosi”, ha proseguito il rappresentante del Pd. Un percorso di riforma che cancella tutti le conquiste fatte nel passato, secondo Espa. “E fatto gravissimo i diritti degli alunni con disabilità rischiano di essere annullati. Proprio oggi che sempre più numerosi sono i giovani con disabilità in grado di arrivare alla laurea, la riforma Gelmini penalizza questi ragazzi che nei piccoli paesini si vedono chiudere le scuole e vengono costretti a un’ora di bus per studiare” Occorre, ha concluso Marco Espa, organizzare subito una seconda Conferenza della scuola per affrontare le gravi questioni aperte.

Prima di lui era intervenuto il capogruppo Pd, Mario Bruno, che ricordando come la situazione della Sardegna sia sempre più grave, dalla crisi dell’industria al problema scuola, ha ribadito “che il Consiglio regionale deve affrontare col massimo impegno le due questioni: la scuola è una priorità assoluta, non crediamo a una scuola centralista, ma federalista e autonoma”. Sono necessari investimenti e la stessa attenzione che la precedente maggioranza ha dato a questo tema. “Non servono calcoli ragionieristici –ha detto Bruno- ma attenzione concreta ai problemi”.

La necessità di un dibattito in Consiglio è stata sottolineata anche da Giuseppe Cuccu, “perché dobbiamo pretendere un intervento della Giunta per aprire una vertenza con il Governo”. Lo spopolamento dei paesi sardi, soprattutto nerll’interno, è aggravato dalla chiusura delle scuole. “La linea della Giunta però è fortemente “urbanocentrica” per non dire “Cagliaricentrica”.

Sempre sulla condizione delle zone interne si è soffermato Antonio Solinas: “il sistema scolastico è in crisi e occorre una azione forte per garantire la pari opportunità formativa a tutti i giovani della Sardegna, garantendo i diritti costituzionali”.
Infine Francesca Barracciu, che ha ricordato che il Pd “ha sempre posto al centro delle proprie politiche la scuola e oggi vuole rompere un silenzio gravissimo” che aleggia su questo tema. La Regione ha “il diritto ed il dovere di rivendicare con il Governo la specificità della Sardegna anche in tema della scuola, ma purtroppo la Giunta è silente”. “La riforma in atto –ha detto senza mezzi termini Barracciu- ha effetti devastanti sulle zone interne e sui piccoli centri”.

La mozione del Pd ricorda che il prossimo anno rischia di essere disastroso per la scuola sarda, con 2200 posti a rischio tra personale docente e “ATA” cui si aggiunge il problema dei 500 docenti sopranumerari costretti a cambiare presto sede di servizio.La riduzione delle classi –si legge nella mozione- l’aumento degli studenti per classe, l’accorpamento e la riduzione del tempo pieno daranno un duro colpo alla qualità della scuola pubblica sarda. Nei piccoli centri infine verranno colpiti anche i 4.500 alunni con disabilità.

“E’ dovere del Governo –si legge ancora- garantire il diritto costituzionale allo studio per tutti i cittadini”

Consulta la mozione 9 XIV legislatura

[25 giugno 2009]

di Consiglio Regionale della Sardegna – Ufficio Stampa

Argomenti (TAGS): Scuola - Disabilità -

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