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«Moriremo in diretta tv»
Usala: hanno i soldi per le armi ma non per noi. Espa: la situazione precipita
La sanità ha un costo, la salute non ha prezzo. L'azzeramento dei fondi per la non autosufficienza rischia di provocare conseguenze pesanti. «Da oggi ci alimenteremo al 50 per cento del fabbisogno calorico». Gli ottanta disabili gravissimi protagonisti dell'accesa protesta contro i tagli del governo tornano all'attacco. «Non vi basta lo sciopero della fame? Volete il morto in diretta tv? Sarete accontentati! Dal 21 novembre saremo a Roma, sotto il ministero dell'Economia. Alcuni malati in carrozzina, con tracheostomia, si presenteranno senza ventilatore polmonare. Dopo 5-6 ore le batterie si scaricheranno, moriranno per soffocamento».
«SUBITO I FONDI» Sono determinati, in testa c'è sempre Salvatore Usala, il tecnico cagliaritano da otto anni costretto in un letto per colpa della Sclerosi laterale amiotrofica, la Sla. La malattia che gli ha portato via l'uso d'ogni muscolo, strappandogli la voce. «Quei fondi devono essere ripristinati, subito». Non ha più intenzione di aspettare. Non è una battaglia personale, la causa di Salvatore in Sardegna l'hanno sposata altre dodici persone affette dalla stessa patologia. Ma è una lotta nazionale, coinvolge i malati gravissimi di tutta Italia. Per il momento sono ottanta. Il numero continua a crescere.
«COME HITLER» Salvatore usa parole forti. «Hitler pianificava la razza pura, l'eliminazione dei diversi, i disabili venivano usati come cavie. Sono passati 70 anni, la società moderna si è evoluta, ma l'emarginazione continua. I disabili gravissimi continuano a morire nel più assordante silenzio istituzionale». Salvatore è determinato. «Il Governo non usa certamente metodi hitleriani, ma l'abbandono di una politica sociale produce effetti devastanti: le persone disabili e sane si lasciano morire, una vera eutanasia di stato».
Lunedì, il ministro dell'Economia Vittorio Grilli, a margine del G20, aveva aperto un nuovo spiraglio: «Le risorse ci sono». Il Governo ha concordato un emendamento in commissione Bilancio con i relatori per la non autosufficienza di 200 milioni. Salvatore non ci sta. «Un'elemosina, un insulto, una vergogna».
«LA SITUAZIONE PRECIPITA» Marco Espa, consigliere regionale del Pd, prende posizione. «La situazione sta precipitando, il governo deve interviene immediatamente». Anni alle spalle come componente della commissione alle Politiche sociali e una certezza. «I 400 milioni del fondo nazionale per la non autosufficienza (per tutti i disabili gravissimi, non solo malati di Sla) erano già stanziati nel fondo Letta, poi azzerato. Si è deciso di usare il fondo Catricalà - per la coesione sociale - ma sono stati stanziati solo 200 milioni, una cifra irrisoria. Stiamo parlando di diritti, non elemosina. Basterebbe comprare un cacciabombardiere in meno».
«MILIARDI IN ARMAMENTI» Salvatore è agguerrito. «Non trovate 400 milioni per la vita ma spendete miliardi in armamenti, ponti fantasma, sprechi sanitari, corruzioni, ostriche e cenette, appalti truccati. Non mi si dica che sono responsabile Monti, Grilli, Fornero o Balduzzi: le leggi le fa il Parlamento, sfiduciatelo se non vi sta bene! I 400 milioni vanno trovati in maniera strutturale». Il tecnico cagliaritano con un passato da sindacalista non è disposto a trattare. «I ministri vanno a casa degli scioperanti, si impegnano, promettono di scrivere, fanno dichiarazioni da Città del Messico, concordano elemosine. I partiti sono impegnati con le primarie, con la riforma elettorale anti-Grillo, con i saldi di bilancio. Sembra una partita a scacchi, ma dimenticano la disperazione, la solitudine, la vita delle persone». E se sono persone costrette in un letto, attaccate a un respiratore e con una cannula che li alimenta, tutto diventa più difficile. (sa.ma.)
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14 novembre 2012
