Insegnanti di sostegno, il futuro è incerto
Interpellanza in Regione contro un recente decreto
Abbiamo appreso dalle manifestazioni dei docenti e delle famiglie degli studenti con disabilità con grande sconcerto che, tramite un decreto direttoriale (il numero 7/12 del 16 aprile 2012), il Governo nazionale rischia di stravolgere il sistema delle graduatorie per gli insegnanti di sostegno, penalizzando i docenti qualificati facendoli sopravanzare da docenti poco qualificati. E lo ha fatto danneggiando prima di tutto la qualità per gli studenti con disabilità, con ripercussioni per migliaia di docenti in Sardegna e migliaia di studenti con disabilità”.
A scriverlo è Marco Espa, membro della Commissione Istruzione e Cultura del Consiglio Regionale della Sardegna che nei giorni scorsi ha presentato come primo firmatario una interpellanza sull’argomento, che interessa centinaia di famiglie di ragazzi sardi. “Il decreto prosegue il consigliere del Partito democratico prevede la riconversione quasi forzata a insegnanti di sostegno, dei docenti in esubero, attraverso un corso di formazione di poche ore (per lo più online)”. La conseguenza di questa decisione è “dannosa sotto due aspetti: da un lato vengono penalizzati i docenti di sostegno che hanno investito in una vera formazione e dall’altro gli alunni con disabilità che saranno seguiti da personale con una formazione inadeguata al compito che dovranno svolgere. Negli anni, infatti, grazie ai corsi SISS, in Sardegna e in Italia si è formata una classe di docenti altamente specializzata che però sono sempre stati tenuti nel limbo della precarietà”.
Questo corso oggi consentirebbe che docenti di ruolo senza alcuna esperienza con il sostegno li sopravanzino in graduatoria. Espa non ha dubbi: “È un sistema barbaro che costringe al conflitto due categorie di insegnanti a discapito della qualità dell’insegnamento per gli alunni. Sebbene la riconversione sia formalmente su base volontaria, infatti, i docenti soprannumerari non hanno reali alternative: la prospettiva, in caso di mancata riconversione, è la cassa integrazione. Questo è inaccettabile. Il risultato è che chi ha scelto in autonomia di fare l’insegnante di sostegno, non lo può fare. Mentre chi ha scelto un’altra strada per l’insegnamento è costretto in un ruolo particolare e difficile per il quale non ci si può improvvisare. Il tutto, ovviamente, giustificato da un malinteso criterio economicista di razionalizzazione delle risorse”.
Forte di numerose battaglie, il consigliere commenta: “Noi continuiamo a credere, confortati da innumerevoli sentenze, anche dell’Alta Corte, che i diritti, in primis quello allo studio, non siano negoziabili, né misurabili. Crediamo che la buona politica sia la strada maestra per risparmiare le risorse pubbliche e per utilizzarle in maniera efficace: lo spreco sono i soldi pubblici male utilizzati (molti o pochi non importa). Questo decreto va in direzione opposta al risparmio e al buon utilizzo delle risorse: dissipa l’investimento fatto sugli insegnanti di sostegno, butta i soldi per formare (male e in maniera insufficiente) altri docenti e manderà in classe personale (suo malgrado) inadeguato a svolgere la funzione del sostegno”.