Consiglio regionale - Scuola: la battaglia necessaria
Prosegue la battaglia contro i tagli nella Scuola in Sardegna. Provincie, Sindaci, Consiglieri comunali e provinciali ripropongono la mozione presentata in Consiglio Regionale opportunamente adattata per far sentire la voce delle loro comunità. Scarica qui i documenti, adattali e presentali o falli presentare dai tuoi Consiglieri del territorio nella tua assemblea elettiva locale. Clicca qui e leggi la mozione (pdf)
Altro che clima unitario, non hanno il coraggio di dissentire dal governo Berlusconi... La bocciatura oggi in aula (35 contro, 19 a favore, 2 astenuti) della mozione sulla scuola in Sardegna "sulla drammatica situazione dei tagli del Governo per la scuola pubblica in Sardegna e sulle possibili conseguenze discriminatorie nei confronti degli studenti sardi con disabilità" ha fatto capire qual'è lo stato politico di questa maggioranza. Il giorno prima si invoca l'unità a nome della Sardegna, senza distinzioni, e, quando c'è da difendere i propri lavoratori, i docenti, i precari, le famiglie e gli studenti con disabilità, quando c'è da dire a Roma che la Sardegna non è la Pianura Padana e che noi non possiamo accorpare le classi nei nostri paesi di montagna o nei quartieri più emarginati delle nostre città più popolose, quando la Sardegna deve dire che vogliamo garantire diritti agli studenti sardi con disabilità criticando il comportamento del Ministro Gelmini, parte l'ordine di scuderia di votare contro. Non si vota contro il ministro di un governo amico, anche se 1000 persone rischiano il posto di lavoro.
Registriamo comunque che non tutti nella maggioranza la pensano cosi, a cominciare dal capogruppo dell'UDC che ha votato insieme a noi la mozione e dai consiglieri del centrodestra che si sono astenuti.
dichiarazioni in aula di Marco Espa
dal comunicato dell'Ufficio stampa del consiglio regionale
Con questa mozione – ha detto Espa - chiediamo di aprire una vertenza con lo Stato e lo vogliamo fare in maniera unitaria. Noi chiediamo alla maggioranza di colpire le responsabilità, in questa materia, che ci sono a livello nazionale.
Marco Espa ha illustrato gli effetti dei tagli che in Sardegna saranno nefasti. 2.200 posti a rischio tra personale docente e ATA già dall’inizio del prossimo anno scolastico e ulteriori conseguenze per oltre 500 docenti in sovrannumero che saranno costretti a cambiare sede con conseguente aumento dei costi e peggioramento delle loro condizioni di lavoro e di vita.
Il ministro Gelmini – ha affermato ancora Espa - ha detto che la spesa per gli stipendi è il 97% del totale. E’ una cosa non vera. La spesa italiana per gli stipendi nella scuola è del 78% in perfetta media rispetto agli altri paesi europei.
Per Espa è necessario investire sulla conoscenza e sulla istruzione e la scuola non deve essere tagliata ma rafforzata.
“Noi rischiamo – ha sottolineato l’esponente del Pd - la chiusura di 300 istituti scolastici e il taglio di 33 autonomie scolastiche con la desertificazione ulteriore di intere zone della Sardegna.
Situazione difficilissima anche per quanto riguarda gli insegnanti di sostegno tra i quali si rischia di perdere 500 posti di lavoro.
Espa è convinto che è necessario portare la vertenza scuola a Roma per opporsi con ogni mezzo alla riduzione dei posti di lavoro e rivendicare il diritto all’istruzione.
Come è andato il dibattito
nota stampa del Consiglio regionale
All’esame del Consiglio le mozioni 14, 9 e 15 sui tagli alla scuola scuola in Sardegna.
Cagliari, 16 luglio 2009 - La seduta pomeridiana si è aperta sotto la presidenza dell’on. Claudia Lombardo. In apertura di seduta è stata sospesa la mozione n. 13 sulla crisi economica e sociale presentata dai consiglieri dell’opposizione e sono state illustrate dall’on. Marco Espa ( Pd) le mozioni n. 14, 9 e 15 sulla drammatica situazione dei tagli del Governo per la scuola pubblica in Sardegna e sulle possibili conseguenze discriminatorie nei confronti degli studenti sardi con disabilità.
Con questa mozione – ha detto Espa - chiediamo di aprire una vertenza con lo Stato e lo vogliamo fare in maniera unitaria. Noi chiediamo alla maggioranza di colpire le responsabilità, in questa materia, che ci sono a livello nazionale.
Marco Espa ha illustrato gli effetti dei tagli che in Sardegna saranno nefasti. 2.200 posti a rischio tra personale docente e ATA già dall’inizio del prossimo anno scolastico e ulteriori conseguenze per oltre 500 docenti in sovrannumero che saranno costretti a cambiare sede con conseguente aumento dei costi e peggioramento delle loro condizioni di lavoro e di vita.
Il ministro Gelmini – ha affermato ancora Espa - ha detto che la spesa per gli stipendi è il 97% del totale. E’ una cosa non vera. La spesa italiana per gli stipendi nella scuola è del 78% in perfetta media rispetto agli altri paesi europei.
Per Espa è necessario investire sulla conoscenza e sulla istruzione e la scuola non deve essere tagliata ma rafforzata.
“Noi rischiamo – ha sottolineato l’esponente del Pd - la chiusura di 300 istituti scolastici e il taglio di 33 autonomie scolastiche con la desertificazione ulteriore di intere zone della Sardegna.
Situazione difficilissima anche per quanto riguarda gli insegnanti di sostegno tra i quali si rischia di perdere 500 posti di lavoro.
Espa è convinto che è necessario portare la vertenza scuola a Roma per opporsi con ogni mezzo alla riduzione dei posti di lavoro e rivendicare il diritto all’istruzione.
Il primo a intervenire nel dibattito è stato l’on. Carlo Sechi (gruppo comunisti-la sinistra sarda- rosso mori). “Chiediamo – ha detto – un accordo Stato – Regione per raggiungere l’autonomia scolastica. Oggi noi dobbiamo rivendicare piena autonomia per la nostra scuola. Solo attraverso l’autonomia della scuola riusciremo a far fronte a una serie di emergenze. L’istituzione scuola va privilegiata anche rispetto ad altre scelte. Non si possono tollerare tagli e accorpamenti che rendono le classi ingovernabili. Bisogna fare una seria riflessione e rigettare i contenuti “intimidatori” contro i dirigenti scolastici.
Per L’on. Ben Hamara Radhouan (gruppo comunisti-la sinistra sarda- rosso mori) i tagli sono ingiustificati soprattutto per le gravi ripercussioni che questi comportano sulla società sarda. Per Ben Hamara si ritorna indietro nel tempo. Siamo disposti – ha chiesto - a rinunciare a una società colta? Non possiamo dimenticare che a scuola si va anche per imparare a vivere. I tagli alla scuola pubblica fanno abbassare il livello culturale della società.
L’on. Tarcisio Agus (PD) ha ricordato i 2200 posti a rischio e gli oltre 30 milioni di euro di mancato trasferimento nell’economia regionale. Per Agus La soppressione indiscriminata nella scuola vuol dire assenza dello Stato. Una comunità senza la scuola – ha detto - perde la sua identità. La grande contraddizione sta nel fatto che si dice che bisogna investire sulla scuola e poi si fa il contrario. La scuola deve essere salvaguardata in tutti i centri della Sardegna. Uno stato solidale in termini di istruzione non può ragionare solo con i bilanci.
Per l’on. Antonio Solinas (PD) oggi la situazione si è notevolmente aggravata perché la chiusura delle scuole sta avendo effetti devastanti sul territorio. Gli accorpamenti scolastici non possono essere decisi sulla base di un semplice calcolo numerico.
Il venir meno dell’istruzione – ha affermato Solinas - può essere il colpo mortale per le zone interne. Davanti a questa situazione è indispensabile aprire una forte e convinta vertenza con lo Stato centrale per poter avere una scuola seria e per dare una istruzione a tutti senza distinzione.
Per l’on. Paolo Maninchedda (Gruppo Partito sardo d’azione) i tagli alla scuola ci sono dall’inizio degli anni 90 e sono stati decisi da governi di ogni colore.
Per Maninchedda se si vuole fare un discorso sulla scuola si deve fare un discorso sui poteri e non sul metodo. L’esponente del Psd’az ha ricordato gli enormi stanziamenti , in gran parte persi, decisi dalla Regione nella scorsa legislatura per il museo Betile. Ci sono una valanga di risorse – ha detto - che si decide di non mettere sull’istruzione ma su altre cose. La corte costituzionale con la sent n. 13 del 2004 ha detto con chiarezza che spetta alla regione la distribuzione del personale docente. Ma è assolutamente indispensabile dotarsi di una legge. Per questo abbiamo presentato un emendamento al collegato che si spera, sia votato da tutti maggioranza e opposizione.
Per Pietro Cocco (PD) la legge Gelmini non può essere difesa. La giunta deve impegnarsi a salvare il sistema scolastico isolano. Non è una battaglia di poco conto. L’esponente del Pd ha auspicato un impegno serio e concreto da parte della giunta.
L’on. Daniele Cocco (Italia dei Valori) ha portato all’attenzione dell’assemblea il caso della facoltà di veterinaria di Sassari definendolo “l’ennesimo scippo”. (R.R.)
Mozione 14, (Espa e più) sulla scuola: “Necessario contrastare i tagli della riforma del Governo”
Cagliari, 16 luglio 2009 - Tutti concordi i consiglieri dell’opposizione sulla necessità di impedire i tagli alla scuola, in considerazione che la situazione della Sardegna è del tgutto peculiare rispetto alle altre regioni. Mentre i rappresentanti della maggioranza sottolineano invece la necessità della lotta alla dispersione scolastica perseguita dalle politiche della Giunta.
Il dibattito è infatti proseguito con l’intervento del consigliere del Pdl, Renato Lai, che ha ricordato come questa sia un’occasione positiva, non solo per discutere della sc uola, ma anche perchè le proposte della Giunta si inseriscono perfettamente nella lotta alla dispersione scolastica. La maggioranza intende raccogliere le proposte della Giunta. E’ tuttavia vero che la Sardegna non può essere paragonata alle altre regioni e per questo è necessaria la riorganizzazione della rete scolastica.
A nome del Gruppo Sinistra sarda-Comunisti-Rossomori, Massimo Zedda ha sottolineato in premessa che la crisi economica che colpisce le famiglie ha gravi ripercussioni sulla qualità dell’istruzione, in quanto i primi tagli che le famiglie sono indotte a fare sono proprio sull’istruzione e la cultura. La questione scuola non sta a cuore ai governi, come dimostrano le politiche dei tagli. L’Italia è il Paese che spende meno nell’istruzione, mentre la scuola è il futuro del Paese. La riforma Gelmini non è una riforma virtuosa, ma crea precariato fra i docenti.
Quindi Claudia Zuncheddu, Sinistra sarda-Comunisti-Rossomori, secondo la quale la
riforma Gelmini mina uno dei pilastri della società italiana. Si sta riproponendo la scuola di 40 anni fa, ha detto, quando essa era un privilegio delle elite, con classi di 40 o 50 alunni e scuole che distavano chilometri dai centri minori. Si parla di riduzione della popolazione scolastica, in realtà questa presunta razionalizzazione accelererà lo spopolamento dei piccoli centri in quanto le famiglie cercheranno servizi migliori altrove. Infine la questione della scuola privata non deve dirottare risorse a scapito della scuola pubblica in uno Stato laico.
Dopo l’on. Zuncheddu è intervenuto l’on. Vargiu (Riformatori), secondo il quale “nella discussione sono comparsi spunti interessanti. La mozione di Espa pone problemi importanti come il diritto all’istruzione, al posto di lavoro e l’attenzione nei confronti dei diversamente abili, tutti diritti non necessariamente legati tra di loro”. L’oratore ha aggiunto anche un’opinione nei confronti dell’on. Maninchedda: “Se lui darà una messa per i 150 anni dell’unità d’Italia io parteciperò alla messa e mi porrò il problema di come valorizzare questa ricorrenza, con un senso diverso rispetto a quello che animerà Maninchedda. Io mi sento parte dell’Italia e se lo Stato deve avere piena consapevolezza delle differenze tra i pezzi diversi di questa nazione. Per questo 15 anni fa in quest’Aula abbiamo posto il tema della Costituente e se il dibattito fosse andato avanti, non fosse stato interrotto per ragioni altre, avremmo fatto passi avanti nel miglioramento del rapporto pattizio tra la Sardegna e lo Stato italiano. Su alcuni temi come le zone franche possiamo evitare di dividerci e otterremo risultati importanti che ridaranno attenzione e centralità a quest’Aula”.
Per la Giunta ha preso la parola l’assessore alla Pubblica istruzione, Luciana Baire, che ha ricordato “il rischio che migliaia di precari sardi storici della scuola perdano il lavoro. Il problema del precariato esiste e la giunta regionale, pur in questo breve tempo, è impegnata a migliorare la qualità dei servizi scolastici. Abbiamo posto il problema dei precari della scuola negli incontri con il ministro Gelmini e con i rappresentanti del ministero, alla luce delle peculiarità della Sardegna. Per quanto invece riguarda gli alunni diversamente abili, il ministero conferma i posti istituiti nell’anno scolastico passato con le modifiche necessarie per arrivare al rapporto ottimale di un docente ogni due alunni diversamente abili. La Regione sarà parte attiva al tavolo per la distribuzione del personale e delle risorse per gli studenti disabili.
Sosterremo le rivendicazioni del personale docente e non docente, il diritto allo studio degli alunni disabili sarà tutelato e difeso in tutte le sedi”.
Per la replica è intervenuto l’on. Marco Espa (Pd): “Assessore, lei ha voluto darci un’idea di quel che la Giunta sta facendo per la vertenza scuola, citando dati che non ci risultano. Noi vogliamo che il suo assessorato abbia i dati di per sé, convocando la seconda conferenza della scuola in Sardegna. E lei deve avere la mappa della popolazione scolastica e degli alunni con disabilità, indipendentemente dagli uffici scolastici nazionali e regionali. Senza quei dati non è possibile programmare gli interventi finanziari né aprire vertenze con lo Stato. Noi non vogliamo rinunciare alla battaglia sui poteri e rivendichiamo il potere concorrente della Regione su questa materia. Ma nel frattempo dovremmo avere tutti a cuore il destino di migliaia di lavoratori sardi e non bastano i dati dello Stato che ci dicono che è tutto a posto, che nessuno perderà il lavoro. Il mio invito è a votare positivamente la nostra mozione e voglio vedere ora la sfida dell’unità, che non ha nulla a che fare con il colore politico ma la difesa della Sardegna davanti a una riforma che colpisce lavoratori sardi e alunni sardi”.
La presidente Lombardo ha dato nuovamente la parola alla Giunta. L’on. La Spisa, assessore alla Programmazione, ha chiesto una breve sospensione e il presidente Lombardo l’ha accordata interrompendo per dieci minuti i lavori. (C.C.)
Cagliari, 16 luglio 2009 - Dopo una breve interruzione, il capogruppo dell’Udc Capelli ha chiesto una votazione per parti della mozione in discussione. nel breve dibattito diversi esponenti della maggioranza hanno manifestato perplessità e la richiesta è stata ritirata.
Per dichiarazione di voto sono intervenuti i consiglieri Mario Diana (Pdl), Luciano Uras (Sinistra-Comunisti-Rossomori), Marco Espa (Pd), Adriano Salis (Idv), Attilio Dedoni (Riformatori).
Messa in votazione, la mozione è stata respinta con 35 voti contrari e 19 favorevoli 2 astenuti