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Comunicato stampa: contro la macelleria sociale del Governo

Depositata in Consiglio Regionale un'interpellanza a firma ESPA - BRUNO – MELONI Valerio – CORDA - LOTTO - MANCA – COCCO – AGUS - PORCU – SOLINAS Antonio- MARIANI relativa ai tagli previsti alle politiche sociali dal governo italiano che colpiranno duramente anche i sardi.

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Immagine rappresentativa per: Comunicato stampa: contro la macelleria sociale del Governo

"Non possiamo rimanere a guardare - dichiara Marco Espa, Vicepresidente della commissione Sanità e Politiche sociali del Consiglio Regionale- impassibili la manovra Tremonti che prevede tagli di fatto lineari per ben 16 miliardi alle politiche sociali, colpendo inanzitutto le persone in situazione più estrema. In un momento nel quale lo stato italiano è fortemente debitore della Sardegna, dobbiamo respingere possibilmente tutti uniti la mentalità che vede le politiche sociali non come politiche di sviluppo per la nazione, ma politiche residuali, che sempre più saranno lasciate al buon cuore dei cittadini con lo Stato che si libera dell'incombenza. Abbiamo creato politche dei diritti, non assistenzialismo, uscendo dalla logica del pitismo e del favore di turno. Non possiamo fare passi indietro sui diritti umani delle persone più in difficoltà.

Interpellanza

ESPA - BRUNO – MELONI Valerio – CORDA - LOTTO - MANCA – COCCO – AGUS - PORCU – SOLINAS Antonio - MARIANI

Contro la politica di tagli prevista dalla recente manovra Tremonti per le politiche sociali, per reclamare al Governo Nazionale misure economiche e finanziarie in tal senso e sulla necessità inderogabile di dare attuazione al regime finanziario regionale e sull’attivazione immediata del conflitto di attribuzioni con lo Stato anche per promuovere adeguatamente il welfare in Sardegna.

Premesso che

Il drastico ridimensionamento dei fondi statali di carattere sociale deciso da questo governo ha comportato l'agonia nonché la fine di importanti politiche socio assistenziali;

La stessa Conferenza delle regioni e delle province autonome ha espresso in data 5 maggio 2011, in un documento ufficiale molta preoccupazione e disagio «per l'andamento che hanno assunto i finanziamenti nazionali a favore delle Politiche Sociali e della Famiglia: a partire dal mancato rifinanziamento del Fondo per le non Autosufficienze, che sta creando gravi problemi a tutte le regioni ma soprattutto ai non autosufficienti, al Fondo Nazionale Politiche Sociali (FNPS), già fortemente penalizzato con i tagli alla finanza regionale del 2010, che ha subito una ulteriore decurtazione, di 55 milioni di euro rendendolo pari al 47 per cento di quanto è stato erogato nel 2010, a sua volta già molto decurtato rispetto le precedenti annualità. Stessa sorte hanno subito i Fondi per la Famiglia, già dimezzati rispetto al 2010, ed ora ulteriormente ridotti di 25 milioni di euro. Anche per le Politiche Giovanili a fronte di un Accordo Quadro che doveva garantire un triennio (2010/2012) i finanziamenti del 2011 e 2012 non sono oggi reperibili nel bilancio statale. Anche se tecnicamente i "tagli" citati, sono considerati accantonamenti, è certo che oggi tali finanziamenti non sono disponibili e non possono essere erogati alle Regioni e da queste ai Comuni. Ciò, provoca gravi disagi alle Amministrazioni ma soprattutto, ridurrà le prestazioni a favore delle fasce deboli, in un momento, dove non è difficile osservare che i problemi sociali e delle famiglie sono in aumento e non in diminuzione»;

Il taglio più significativo riguarda il FNPS di cui all'articolo 20 della legge n. 328 del 2000, passato da 2,5 miliardi del 2008 ai 538 milioni di quest’anno: un taglio dell’80%;

Le risorse del FNPS, che rappresenta la principale fonte di finanziamento statale degli interventi di assistenza alle persone e alle famiglie, contribuiscono in misura decisiva al finanziamento della rete integrata dei servizi sociali territoriali;

Considerato che la manovra di bilancio per il 2011 ha cancellato poi ogni stanziamento per il Fondo per la non autosufficienza, istituito dall'articolo 1, comma 1264 della legge finanziaria per il 2007 e finalizzato a garantire su tutto il territorio nazionale l'attuazione dei livelli essenziali delle prestazioni assistenziali in favore delle persone non autosufficienti: passiamo dai 400 milioni di euro nel 2010 a zero euro nel 2011;

Rilevato che per l’invalidità Paesi come la Svezia (4,5%), la Danimarca (4,2%), l’Olanda (2,3%), il Regno Unito (2,2%), il Portogallo (2,4%), la Polonia (1,7%), la Slovenia (1,9%), l’Ungheria (2,15), la Francia 81,8%), la Germania 81,7%), il Belgio (1,8%) stanziano una percentuale maggiore del proprio PIL rispetto all’Italia (1%), che si colloca sotto la media dell’unione Europea (2%). (Fonte: Relazione Generale sulla Situazione Economica del Paese, Ministero dell’Economia, 2010);

Considerato che tutti i fondi di carattere sociale sono stati tagliati, il Fondo politiche per la famiglia, per le politiche giovanili, per il piano nidi, per l'affitto, per il servizio civile, per l'infanzia e l'adolescenza; per l'inclusione sociale degli immigrati, per le pari opportunità;

Considerato che sul tema del rispetto dei ruoli fra livelli istituzionali e sussidiarietà orizzontale, per quanto riguarda la sperimentazione della social card, non vengono rispettate le competenze, «bypassando» la programmazione regionale e il principio di «leale collaborazione» tra livelli istituzionali, già introdotto dalle modifiche del Titolo V della Costituzione e maggiormente sottolineato dalla legge n. 42 del 2009 sul Federalismo fiscale e amministrativo;

Considerato che la Regione Sardegna con fondi propri stanzia per il solo Fondo per la non autosufficienza più di 160 milioni di euro con risorse proprie, e che lo Stato in virtù degli accordi a seguito della notoria vertenza entrate ha ancora un grave debito con la regione Sardegna di oltre 1500 milioni di euro, che impediscono lo sviluppo di politiche sociali adeguate e realmente rispondenti ai bisogni dei sardi.

I sottoscritti interpellano il Presidente della Regione Sardegna e l’Assessore alle Politiche Sociali

Se ritengano inderogabile dare attuazione al regime finanziario regionale e sull’attivazione immediata del conflitto di attribuzioni con lo Stato, ed aprire una vertenza perché il Governo:

Assuma misure economiche e finanziarie affinché le politiche sociali nel loro complesso tornino ad essere una priorità per questo Governo ed i fondi sociali precedentemente decurtati abbiano le risorse economiche e finanziarie adeguate ad una reale e concreta politica di inserimento sociale delle fasce più bisognose;
Definisca in tempi rapidi, in collaborazione con la Regione Sarda, le altre Regioni e con gli altri enti interessati, “livelli essenziali delle prestazioni concernenti i diritti civili e sociali”, come previsto dalla nostra Costituzione (art. 117), al fine di poter offrire ai cittadini più vulnerabili, le risposte dovute ai loro bisogni per una partecipazione vera ed attiva alla società civile, garantendo diritti di cittadinanza omogenei in tutto il territorio nazionale;
Assuma misure precise ed urgenti (il ripristino del Fondo) in relazione alla problematica della non autosufficienza considerato che il Governo italiano ha azzerato il Fondo nazionale con un taglio di ben 400 milioni di euro, mentre la Regione Sarda di risorse proprie stanzia oltre 160 milioni di euro, ma si vede comunque privata delle dovute assegnazioni statali;
attivi un forte investimento nelle politiche sociali, attraverso un congruo aumento delle risorse destinate al sociale, all’educazione e alla scuola, da connettere alla reale esigibilità dei livelli essenziali.
dia una reale e concreta applicazione del principio di sussidiarietà previsto dalla Costituzione (art. 118), che dia un effettivo riconoscimento di pari dignità alle organizzazioni della società civile.
metta in campo una misura universalistica di sostegno al reddito contro la povertà e un concreto aiuto a ridurre i rischi di vulnerabilità sociale.
ponga in essere la definizione del piano Nazionale per la Famiglia e il suo adeguato finanziamento.
dia attuazione al rilancio del Servizio Civile Nazionale, quale esemplare esperienza di cittadinanza attiva dei giovani, con investimenti coerenti.

[08 luglio 2011]

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