Il video, a cura di Giuseppina Testoni, sulla riforma sanitaria in Sardegna andata in onda il 4 gennaio 2011 nell'edizione del TG Regione delle 14.
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La nuova Sardegna del 7 gennaio 2011
Attacco frontale del Pd: «Sono in un vicolo cieco»
CAGLIARI. A novembre il Forum sanità del Pd ha sparato ad alzo zero sulla gestione Cappellacci-Liori e soprattutto sull’aumento mostruoso della spesa farmaceutica ospedaliera nel 2009. C’è un passaggio del documento che più di qualunque altro fa capire quanto sia stato fitto due mesi fa (ed è ancora così) il cannoneggiamento dell’opposizione: «Da una anno e mezzo - si legge - assistiamo al completo immobilismo dovuto alla paralisi nell’attività di programmazione della Giunta e alla precarietà dell’azione amministrativa dei commissari delle Asl». Poi l’affondo sulla spesa farmaceutica: «In quella territoriale (sono i medicinali acquistati direttamente in farmacia più quelli comprati dalle Asl e distribuiti sul territorio dalle stesse Aziende o dalle farmacie) nel 2007 e nel 2008 (giunta Soru) la Sardegna è riuscita a contenere il disavanzo grazie a misure mirate a migliorare quantità e qualità delle prescrizioni fino a ottenere un dato più favorevole alla media nazionale, ma questa tendenza si è arenata nel 2009 con la giunta di centrodestra». Perché? Questa è la spiegazione del Pd: «Il nuovo sforamento del tetto di spesa - si legge - è il risultato del minore impegno e della scarsa fermezza dimostrata dalla Regione nel portare avanti, in modo coordinato, quell’insieme di interventi messi a punto dal centrosinistra di promozione e controllo nell’uso appropriato dei farmaci». Poi l’attacco frontale sull’aumento della spesa farmaceutica ospedaliera: «I motivi dell’eccesso - scrive il Pd - sono da ricercare nel ritardo con cui dalla Giunta sono stati portati avanti quegli interventi che erano urgenti e indispensabili per assicura un efficace controllo della stessa spesa e cioè: la promozione di una continua e indipendente informazione scientifica dei medici ospedalieri, il ricorso ai farmaci di minor costo e dalla comprovata equivalenza terapeutica, la centralizzazione degli acquisti, il monitoraggio dei medicinali oncologici ad alto costo». Ovvia la conclusione: «Va scongiurato il ritorno dei ticket». (ua)