La Regione stanzi il primo milione. Presentato un emendamento alla Finanziaria per tentare di ricostruire la spiaggia che esisteva sino a dieci anni fa.
Un milione di euro per un intervento sperimentale di recupero della spiaggia del Poetto. Marco Espa, consigliere regionale del Pd, ha presentato un emendamento alla Finanziaria per recuperare i fondi necessari.
A dieci anni dal ripascimento che ha cambiato la fisionamia della spiaggia dei centomila, Espa inoltra alla Regione la proposta che aveva presentato nel 2007 al Comune: un intervento sperimentale per testare nuove modalità per «ridare all’immagine del Poetto lo splendore di un tempo, quando la sabbia era bianca e soffice e il mare sempre cristallino».
L’8 marzo del 2002 segnò uno spartiacque: 370mila metri cubi di sabbia vennero «sparati» sulla battigia in una manciata di giorni. E la sabbia fu grigio scuro, «grigio topo» come dissero con rabbia i cagliaritani.
Il ripascimento, che doveva curare le ferite inferte dall’uomo (che aveva rubato negli anni circa due milioni di metri cubi di sabbia alla natura), fu un fallimento. E la ferita resta: il paesaggio del Poetto è cambiato e chi si sdraia non sente più la carezza di un tempo. «Sterminata, ferma ai giorni della creazione, bianca di sabbia e allucinante di sole» era la descrizione che del lungomare faceva lo studioso Francesco Alziator. Ora non è più così e neppure l’acqua del mare, in cui basta un po’ di movimento per creare l’effetto orzata, è quella sempre verde e trasparente di un tempo.
La fretta, più permessi troppo frettolosamente rilasciati dal ministero, hanno prodotto un ripascimento che ha fatto gridare allo scandalo. Il Poetto era ed è una delle anime della città: un paesaggio amato che da un giorno all’altro i cagliaritani hanno visto diverso con sabbia scura e grossolana mista a limo (che il tempo non ha sbiancato, se non in minima parte).
Per questo Marco Espa ha deciso di presentare un «emendamento alla Finanziaria regionale: per studiare i possibili rimedi del danno, tra cui un nuovo ripascimento avente caratteristiche e requisiti omogenei alla situazione preesistente al disastro».
Dal periodo del ripascimento a oggi molte cose sono cambiate: oltre all’intervento della magistratura, vi è stato anche il lavoro di una commissione scientifica (nominata dall’allora assessore regionale Tonino Dessì), che ha ribadito che la situazione creata da quell’intervento è complessa, ma che si può intervenire per ripristinare la situazione. Come accennato, l’azione di ripascimento della sabbia doveva essere una «cura» per la spiaggia, funzionale al blocco dell’erosione del litorale provocato dall’asportazione della sabbia da parte dell’uomo, soprattutto nel primo dopo guerra, via terra, e sino agli anni Settanta, via mare.
Parte di Cagliari è stata ricostruita con la sabbia del Poetto e anche Quartu porta nei suoi palazzi l’apporto abbondante del lungomare. Ripascimento nuovo, quindi, ma dopo una attenta sperimentazione e il coinvolgimento della popolazione.
di Roberto Paracchini
La Nuova Sardegna 22 febbraio 2012