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L'Unione Sarda

Hanno pesato le divisioni, ora è il momento dell'unità

La domanda è sempre la stessa, da due settimane: Soru ha portato il centrosinistra alla sconfitta, o vale il contrario? Per Marco Espa (Pd), il più votato dei democratici nel collegio di Cagliari con 5.021 preferenze, non è né l'una né l'altra. "In campagna elettorale - chiarisce - ci siamo impegnati tutti. Per la coalizione, Soru è valore aggiunto, ma solo nell'ultimo mese siamo riusciti a spiegare ai sardi cosa abbiamo fatto in questi anni".

Difende la validità della vostra azione di governo. Eppure, come liste avete perso di venti punti: tutta colpa dei sardi che non vi avrebbero capito?
Io ho molto rispetto dei sardi che hanno creduto, in maniera maggiore, al progetto del centrodestra, scegliendo democraticamente una nuova maggioranza. Ma il cambiamento, che ha bisogno di relazione, non siamo riusciti a veicolarlo. Il partito inesistente non ci ha permesso di essere presenti nei territori. Un esempio è Sant'Elia: ha un altro volto, eppure abbiamo perso anche lì.

Il Pd sardo eternamente in guerra quanto ha inciso sulla batosta elettorale?
Le nostre divisioni, sebbene alla luce del sole e portate avanti secondo un processo trasparente, hanno pesato. Si aggiunga che, in tutto il Paese, soffia un vento di centrodestra. Io mi auguro che la stagione del sorianismo e antisorianismo venga immediatamente superata. Serve una fase diversa, di unità, che non vuol dire unanimismo. Dobbiamo condividere un percorso comune, di rinnovamento e riconoscerci come facenti parte dello stesso progetto politico.

Su Facebook, l'ex governatore si è praticamente autocandidato a guidare il Pd.
Ho parlato con Soru e non mi risulta che si sia autocandidato. Piuttosto, si è messo a disposizione della Sardegna e di un progetto unitario. Di certo, il centrosinistra ha cambiato l'Isola sul serio. È un patrimonio che va valorizzato, e chi governa adesso deve farlo. Noi rivendichiamo con orgoglio le nostre politiche per le persone non autosufficienti, con la creazione del primo fondo a livello nazionale. Abbiamo risanato il bilancio e tagliato centinaia di posti di sottogoverno, che equivalevano a doppi incarichi per i politici, quindi a doppie indennità. Spero che Cappellacci faccia il presidente senza dare ascolto all'antisorianismo.

Fa il processo alle intenzioni?
Dico solo che bisogna fare il bene dei sardi e non gli inciuci. Chi è all'opposizione, si impegnerà in maniera rigorosa a svolgere il ruolo di controllo e vigilanza che ci hanno affidato i sardi. Lo dico perché nel centrodestra ci sono persone che tendono a fare politica contro. Invito Cappellacci a rivalutare i processi positivi avviati da Soru. È anche necessario continuare il rinnovamento della classe dirigente.

In Sardegna, primarie subito e il commissario Passoni deve andare avanti?
Passoni si è ben comportato, sono favorevole a che continui il suo lavoro. Bisogna riaprire il tesseramento, eleggere i segretari nelle città e pensare alle elezioni europee, che sono delicate. Poi si può aprire la stagione congressuale, in autunno, come da calendario.

La reggenza di Franceschini la convince?
È l'uomo giusto, che si è prestato a un ruolo di servizio. Sono un cattolico democratico, un ulivista e credo che non si debba fermare la storia e fare passi indietro verso la vecchia Dc. Io diccì non lo sono mai stato. Il modello bipolare va benissimo, il grande centro non c'è. Il centrosinistra deve anche uscire dai salotti, per radicarsi tra la gente e riappropriarsi delle cose concrete nella cultura dei diritti. In campagna elettorale non ho fatto una promessa. Tenerci lontano dai favoritismi, per accompagnare semmai nelle possibilità, è nella nostra cultura.

A.C.

01 marzo 2009


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