Il successo di Davide fa scuola in Lombardia Laureato anche grazie a una legge
Dottor Davide Tagliacarne, è la scritta sul tavolo dei relatori al convegno "Legge N. 162/98, Una possibilità di scelta", che si è svolto ieri a Milano alla facoltà di Scienze politiche. Dottore perché Davide, 23enne disabile di Capoterra, ha in tasca una laurea triennale in diritto pubblico, ottenuta all’Università Statale del capoluogo lombardo nel luglio 2007. Gran parte del merito va a lui, alla sua caparbietà e volontà, ma anche alla legge in questione, che consente alle persone con disabilità gravi e gravissime di accedere a progetti personalizzati per raggiungere determinati obiettivi. E così ha potuto studiare a Milano, alloggiare alla Casa dello studente di via Barrili, e pagare una persona che lo assista per le piccole cose che da solo non riesce a fare. Ma il traguardo ora è un altro: «Voglio terminare gli studi con la laurea specialistica e poi dedicarmi alle persone disabili, fare in modo che le istituzioni possano migliorare la loro vita». E avere quel pezzo di carta lo fa sentire bene: «Provo una bellissima sensazione, non la so spiegare».
Scopo della conferenza era presentare il modello sardo alla Lombardia, come ha spiegato Marco Espa (consigliere regionale): «Il progetto viene stilato in accordo tra il Comune in cui vive il disabile e la sua famiglia ed elenca le necessità e il finanziamento dei servizi che si richiedono. Le schede, anonime, arrivano in Consiglio regionale e vengono sottoposte ad approvazione». Per Davide questo è uno dei pochi casi in cui la "civilissima Milano" avrebbe molto da imparare dalla sua terra di origine: «È solo grazie all’esistenza di questa legge nazionale e alla particolare applicazione sfruttata dalla Sardegna che ho avuto questa grande opportunità, perché a Cagliari non esiste il corso di studi che ho scelto». Il suo handicap, spiega, «è un problema degli altri, la disabilità sta nei loro occhi», e con un sorriso che sorprende, spiega che questa "diversità" ha tirato fuori «il mio spirito combattivo, la mia forza di volontà, e non rinuncerò mai a niente».