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Il Giornale di Sardegna

Terramaini, bagnini down addio "con la piscina potevo lavorare"

La storia. Ignazio era in servizio nella struttura di Pirri, tagliato fuori con la nuova assegnazione del Comune

Il racconto: «Col mio stipendio ho comprato un cavallo». Adesso usa molto i videogiochi

Alla piscina comunale di Terramaini ci va ancora ma solo per allenarsi. Eppure fino a quattro mesi fa Ignazio Adamu, 24 anni e una sindrome di Down, ci lavorava come bagnino grazie a un brevetto di abilitazione professionale ottenuto nel 2003, e a un progetto comunale di inserimento di categorie svantaggiate. Un bel progetto. Peccato che il comune decida di accantonarlo quando nell’ottobre scorso sigla l’accordo con la Federazione italiana nuoto per la gestione della piscina. Un accordo oneroso: nessun introito finanziario nelle casse comunali, anzi l’obbligo per il comune di versare 250mila euro l’anno a favore della Fin. Una convenzione stipulata senza l’istituzione di un regolare bando di gara, solo la promozione di una “richiesta di manifestazione di interesse”. Intanto, opposizione e gruppo misto vogliono vederci chiaro e portano il caso alla Corte dei Conti. Ora i giudici erariali stanno indagando su finanziamenti e modalità dell’affidamento della piscina di Terramaini alla Fin.

Ignazio Adamu è uno dei cinque ragazzi down che per più di un anno hanno vigilato a bordo vasca, tre ore al giorno dal lunedì al venerdì. Un contratto di lavoro che gli viene rinnovato senza difficoltà ogni tre mesi, poi, all’improvviso più nulla: il 31 dicembre 2008 diventa il suo ultimo giorno da bagnino perchè il nuovo gestore della piscina olimpionica - la Fin - non gli rinnova il contratto, a lui come agli altri quattro. Ignazio non si scoraggia, non rientra nel suo dna. Oggi ha più tempo libero, ma trascorre le ore davanti ai videogiochi . Quel lavoro gli manca: "Perchè mi serve, si tratta di tre ore al giorno che mi tengono occupato e poi io ho faticato per arrivarci, ho fatto un corso di sei mesi prima di prendere il brevetto di bagnino". Sei mesi trascorsi al Poetto, dove ha già lavorato come bagnino ("Ho fatto anche dei salvataggi") e dove spera di ripetere l’esperienza. Con i soldi guadagnati in piscina, 500 euro al mese circa, si è comprato un cavallo che tiene in un maneggio di Elmas: "L’ho chiamato Medora". Parla a raffica. Elenca tutte le cose che lo divertono e che gli piace fare: "Esco con i miei genitori, vado a pesca con mio fratello e mio cognato, scrivo poesie, mi piace stare molto al telefono". E le gare di nuoto: “La settimana scorsa ne ha vinta una a Tortona", racconta suo padre. Vorrebbe stare sempre in compagnia: "Quando la sorella lo invita a cena chiede quante persone ci saranno perchè a lui piace la gente”, dice sua madre". Non sa stare fermo. Il 31 dicembre scorso però qualcosa l’ha bloccato: un progetto fatto finire per forza e una richiesta di manifestazione d’interesse.

Il commento di Marco Espa PD: lasciati senza garanzie.


L'attacco sul bando. Il consigliere regionale Pd, Marco Espa, sul caso dei cinque disabili: "A parte l'assenza di un bando di gara, penso a come sono stati trattati i cinque disabili che lavoravano a bordo vasca: non una clausola, nel passaggio di consegne, che garantisse il rinnovo del loro contratto di lavoro".

30 marzo 2009


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