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Liste d'attesa. Il nuovo piano

"537 giorni d’attesa per un esame? Non sono numeri da paese civile". Il neo assessore regionale alla Sanità commenta i dati inquietanti sui tempi record necessari per sottoporsi ad alcuni esami negli ospedali cittadini: il picco sono i 537 giorni di attesa per una visita ginecologica al Brotzu. Ma i punti critici ci sono in vari servizi di tutte le strutture sanitarie pubbliche.

La fiducia dell'assessore
Simona De Francisci crede molto nel suo piano regionale di governo delle liste d’attesa. «Può incidere molto sui tempi d’attesa - spiega - ha avuto un lungo iter, ci sono volute quattro delibere per arrivare al via libera dalla commissione Sanità. Ora torna in Giunta nella prossima seduta o in quella successiva e tra pochi giorni diventerà operativo». Il timore dell’opposizione è che il super-stanziamento di 21 milioni di euro si perda tra le corsie degli ospedali e non vada a incidere realmente sulla pazienza dei cittadini-utenti-pazienti. «Non sono, come ha detto qualcuno, “soldi buttati al vento” perché non si tratta di finanziamenti a pioggia come è forse accaduto in passato. Non mettiamo i soldi sul tavolo per dire alle Asl di gestirli: c’è stato un lungo lavoro dietro e ogni finanziamento va a coprire precise esigenze segna- late dai diretti interessati». Ogni azienda sanitaria, infatti, ha presentato un proprio piano chiedendo un adeguato stanziamento. «Tutto questo lavoro preliminare consente di mettere i soldi giusti per esigenze specifiche, e sarà anche più facile controllare il corretto utilizzo dei fondi. Prima il Consiglio regionale stanziava i soldi, ma non c’era un Piano come questo che segue tutto passo dopo passo».

Dubbi sul CUP telefonico
Il vice presidente della commissione Sanità del Consiglio regionale è meno ottimista. «Non basta accogliere le richieste delle aziende sanitarie - commenta Marco Espa - in questo Piano manca una reale verifica preventiva delle criticità, solo conoscendo bene gli obiettivi si può incidere sui tempi d'attesa, ma manca il controllo della pubblica amministrazione». Secondo il consigliere regionale Pd questo è il punto debole del Piano. «In generale, come impostazione, è un Piano che va bene perché segue le linee guida nazionali e alcune iniziative efficaci di Regioni modello come l’Emilia Romagna - spiega Espa - ma mancano veri indicatori sui problemi, per esempio: perché a parità di strutture in un posto fanno due tac al giorno e in un altro 10? Sono queste le cose da verificare, nel dettaglio. Altrimenti rischiamo che i soldi investiti finiscano solo per finanziare il debito della sanità. Aspetto ancora che ci rispondano: dove sono finiti i 10 milioni dell’anno scorso? Hanno fatto qualcosa per le liste con quei soldi?».

Il sistema per snellire le prenotazioni c’è, ma il Cup non è molto efficace e anche il Piano regionale mira a potenziare il Centro unico di prenotazione. «Il Cup non funziona, ci vogliono più persone: deve diventare un call center, solo così potrà soddisfare le esigenze dei cittadini», propone il consigliere regionale Pd. Il Cup regionale ha il numero 1533 che non tutti conoscono e non è un numero verde, perché è a pagamento per i cellulari. «Stiamo lavorando alla riorganizzazione del Cup - spiega l’assessore De Francisci - e appena il Piano diventerà operativo partirà una campagna di comunicazione- informazione per spiegare a tutti come sfruttare al meglio il servizio». Sono tanti i cittadini che prenotano visite ed esami e poi non si presentano, un fenomeno (detto “drop-out”) che allunga inutilmente i tempi d’attesa e che il Piano cerca di contrastare. «Stiamo studiando tutte le iniziative per vigilare al meglio e sapere prima se un paziente si presenterà effettivamente all’appuntamento - spiega il successore di Antonello Liori - in alcune Regioni il ticket si paga al momento della prenotazione, così è più probabile che si rispetti l’impegno. In alcuni casi si paga una parte, tipo il 30%, in anticipo. Ma per pagare in anticipo bisogna essere sicuri di ricevere un servizio adeguato». Perché nessuno pagherebbe in anticipo un esame prenotato per un anno e mezzo dopo.

19 settembre 2011


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