Sardegna 24: Fondi per i disabili, solo fino a giugno?
Una lettera dell’assessorato alla Sanità ai Comuni informa che gli importi dei piani della 162 potrebbero essere modificati a metà anno. Marco Espa (Pd): «Decisione gravissima, si impedisce la programmazione»
A partire da giugno, l'anziano malato e solo potrebbe non avere più l'assistente che lo aiuta ad alzarsi dal letto la mattina. Il bambino autistico potrebbe perdere la sua figura di riferimento, ovvero l’ educatrice che gli insegna a rapportarsi con il mondo. Questo perché fondi per l'assistenza ai disabili della 162 (in corso di finanziamento), da giugno potrebbero essere tagliati.
In una lettera partita dall'assessorato alla Sanità e recapitata ai Comuni il 29 dicembre, il dirigente del settore Politiche sociali dell'assessorato, scrive: «Si invitano i Comuni ad avviare i piani a far data dal 1 gennaio 2012 sulla base del finanziamento risultante dalla compilazione delle schede. Si ricorda inoltre che tali importi potranno subire delle modifiche partire dal 1 giugno 2012 sulla base delle economie comunicate ai Comuni». Da qui è partito l’allarme. Anche perché già nella delibera di giunta di giunta di ottobre, sui piani della 162, venivano annunciati dei tagli. La levata di scudi è stata immediata sia da parte delle famiglie che da parte delle cooperative.
La domanda più ricorrente è questa: come si può garantire una programmazione annuale senza sapere quali sono gli importi? E ancora: rispetto al 2009, pur essendo aumentati notevolmente i piani personalizzati, i fondi sono stati decurtati passando da 116 milioni a 102 milioni. Cosa succederà se si taglierà ancora? La lettera del 29 dicembre è arrivata subito dopo un'altra comunicazione, sempre inviata ai Comuni dall’assessorato: quella che taglia i piani personalizzati dei disabili «senza nucleo familiare a carico», che cioè vivono soli. Anche su questo punto la quantità di proteste giunte, alla fine ha indotto l’assessore a fare un passo indietro, ma ormai il danno era fatto.
Il consigliere regionale del Partito democratico Marco Espa, che aveva denunciato quella vicenda, commenta così la lettera che preannuncia “possibili modifiche a giugno”: «È un fatto gravissimo, che rischia addirittura di colpire i progetti in corso di finanziamento per il 2012. Un’assurdità che impedirebbe la programmazione annuale dei piani. La cosa sta creando angoscia nelle persone con disabilità e nelle loro famiglie e sta provocando reazioni a catena da parte di tanti Comuni che rischiano un ulteriore taglio alle loro politiche sociali». E non è finita. Per i fondi sulla non autosufficienza questo è un anno pieno di vicissitudini con dentro anche un giallo: i milioni inseriti nelle legge finanziaria sono 197. Inspiegabilmente, secondo Espa, sono diventati 176 milioni.
«La stessa giunta si smentisce - spiega il consigliere -, dichiara di spendere 197milioni, ma poi se si va a sommare i vari capitoli di bilancio destinati al fondo, si arriva a 176». Mancano all’appello 21 milioni di euro. Su questo punto, con i consiglieri del Pd Sabatini, Barracciu Diana, ha presentato un emendamento integrativo nel quale vengono reperiti i 21milioni mancanti e assegnati ai piani personalizzati della 162. «L'assessore al Bilancio La Spisa (e la stessa maggioranza) – spiega ancora l’esponente del Pd - ha dimostrato apertura rispetto al problema sollevato e ci ha chiesto di ripresentare l'emendamento in aula, per avere il tempo di effettuare tutte le verifiche del caso. Le risorse mancanti, se l’emendamento fosse accolto, servirebbero a far respirare i disabili e le loro famiglie».
di M. GIOVANNA FOSSATI
m.fossati@sardegna24.net
L’operatrice
La presidente della cooperativa sociale «Stiamo vivendo nell’incertezza, impossibile così garantire l’assistenza»
Per gli operatori delle cooperative sociali e delle società che lavorano ai progetti della 162, la lettera dell’assessorato alla Sanità è un grande punto interrogativo sulla programmazione dei piani personalizzati. Dice Rosy Guiso, presidente della cooperativa sociale Progetto Uomo di Nuoro: «Già il piano annuale per noi è insufficiente. Per portare a compimento un progetto, soprattutto nel campo educativo, quando si tratta di ragazzi, ci vorrebbe un respiro molto più lungo».
E spiega: «Prendiamo per esempio un bambino con problemi di comunicazione o con disturbi intellettivi gravi, non può essere privato della figura di riferimento. E garantire certezze in queste condizioni per noi diventa impossibile»
La madre
Senza soldi niente università
La signora P., madre di un disabile motorio di vent’anni si è vista decurtare il budget per l’assistenza al figlio. Il giovane, diplomato di recente (vorrebbe iscriversi all’università) ha bisogno di un assistente e di un accompagnatore. «L’incertezza dei finanziamenti alla 162 ci costringe riorganizzarci e fare due contratti senza nemmeno sapere se a giugno i progetti saranno rifinanziati – spiega la donna - In più dovremo aprire un conto corrente dedicato a nome del ragazzo». A fine gennaio la signora P. è stata convocata dall’Inps: dovrà dimostrare, ancora una volta, la disabilità del figlio,come ha dovuto fare diverse volte in questi anni. E non è una cosa da poco: «la burocrazia e i problemi di tipo economico si traducono in stress che si trasferiscono da noi a lui». (ca. et.)
La studentessa
La vita fuori casa: «Solo due ore di assistenza, e poi vado in standby?»
Per una ragazza di 30 anni, quasi laureata, aspirare all’autonomia e all’indipendenza è il minimo. Ne sa qualcosa V.: costretta a una sedia a rotelle, necessita per alcune ore dell’aiuto di un assistente, fondamentale per alcune attività di tipo motorio, per esempio nella vita in casa, nel disbrigo delle faccende domestiche. Al momento pur essendo ancora inserita nel suo nucleo familiare vive fuori sede, a Cagliari, dove sta completando gli studi. «Non è detto che chi vive da solo non abbia dietro una famiglia - chiarisce – ma il mio progetto di vita prevede il raggiungimento di obiettivi lavorativi e di autonomia. In questo senso l’assistente non è il mio sostituto: mi aiuta semplicemente ad arrivare dove non riesco». V. si aspetta semplicemente che le vengano riconosciuti i suoi bisogni reali: «Un aiuto dell’assistente per almeno 5 ore al giorno. Al momento, nonostante il mio reddito familiare complessivo non sia alto perché ho un genitore disoccupato, con la 162 riesco a garantirmi due ore di assistenza al giorno. Cosa dovrei fare? Mettermi in standby per il resto del tempo?» ironizza. In realtà i soldi necessari a completare l’assistenza ce li mette lei attingendo dalla sua pensione di invalidità «perché non voglio gravare sui miei. Ma così diventa tutto molto più complicato: è difficile pagare l’affitto o far fronte alle bollette». La giovane sottolinea che alle attuali difficoltà imposte dai nuovi criteri della 162 se ne aggiungerebbero delle nuove nel momento in cui
lei dovesse decidere di staccarsi dalla famiglia: il punteggio che determina la quota di finanziamento per l’assistenza è sceso
da 14 a 6 punti per chi è solo.«Una vera e propria discriminazione – commenta - ora condivido l’appartamento con due studenti ma quando finirò l’università e andrò a vivere da sola sarà sempre più difficile. E lo sarà ancora di più quando deciderò di creare una famiglia tutta mia». Per V. le modifiche alla legge non tengono conto delle vere necessità delle persone con disabilità e contribuiscono ad accentuare i problemi quotidiani.
Carla Etzo
La neo-diplomata
«Mia figlia ha la sua educatrice, non può cambiarla ogni mese»
«Ho deciso rischiare, nonostante fondi garantiti fino a giugno. L’assistente ha un contratto per tutto l’anno «Stando ai nuovi criteri della 162miafiglia sarebbe quasi guarita ». È un’amara ironia quella della signora L., di Quartu, che ha visto passare il finanziamento per l’assistenza della ragazza, 22 anni diplomata lo scorso anno, da 14.000 euro a 4.500 euro. Questo costringerà la famiglia a fare una scelta: «Mia figlia ha bisogno di un’assistente che la supporti in alcune operazioni fondamentali, ad esempio nel mangiare, e di una educatrice che la sostenga nella comunicazione. Abbiamo deciso di tagliare l’assistente perché non volevo togliere alla ragazza la possibilità di comunicare. Ma proprio grazie all’assistente mia figlia era riuscita a raggiungere quel necessario distacco da me, fondamentale per il raggiungimento della sua autonomia».
Altro problema quello della programmazione: i fondi della 162 infatti sono garantiti fino a maggio – giugno. «Ho deciso di rischiare contrattualizzando l’educatrice fino a dicembre 2012, ma non è detto che questo sia veramente possibile. Il suo legame con mia figlia è talmente forte che lei mi ha detto di poter aspettare senza stipendio qualche mese».(ca. et.)