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La Nuova Sardegna

Espa: scomparsi i soldi per Sant’Elia

Persi i 35 milioni per la riqualificazione dei palazzoni del quartiere

Sembrano spariti nel nulla. Si tratta di 35 milioni di euro, stanziati a suo tempo per la riqualificazione abitativa di Sant’Elia. Il problema è stato sollevato recentemente anche da Marco Espa (Pd) durante il dibattito sulla finanziaria regionale. Inutilmente.

«Di quei soldi — precisa Espa, consigliere comunale e regionale — non si sa più niente. Tutto tace». A suo tempo il finanziamento per la riqualificazione abitativa era stato inserito nell’accordo di programma, firmato a marzo del 2008 dal sindaco Emilio Floris e dall’allora presidente della Regione Renato Soru. Ma un mese dopo non ratificato dalla maggioranza del consiglio comunale. «Si trattava — continua Espa — di un insieme di opere che comprendeva investimenti per complessivi 220 milioni. Oltre al rione di Sant’Elia c’erano il campus universitario in viale La Plaia, il museo Betile e i sottoservizi di Villanova. Ora è tutto fermo». Sono iniziati solo i lavori nel centro storico, ma con una spesa di tre milioni e non di sette, come inizialmente previsto.

Il progetto del campus, invece, è stato modificato e ora si parla di student village, ma se la Regione non decide subito, in questi giorni, i fondi stanziati a suo tempo prenderanno altre strade. La realizzazione del Betile era stata inserita nei festeggiamenti per i 150 anni dell’unità d’Italia. Ma il centrodestra (e parte del centrosinistra, in verità) era contrario e col cambio di guida alla Regione il museo è stato accantonato.

Mentre l’opera di riqualificazione abitativa di Sant’Elia è avvolto dal mistero. «Quei soldi sembrano svaniti — commenta Massimo Zedda (consigliere comunale e regionale della Sinistra) — di certo l’idea dell’intervento si è fermata». Nel quartiere «hanno fatto solo le opere per eliminare le piastre dei palazzoni — spiega Marisa Depau, consigliera comunale del centrosinistra, iscritta al gruppo misto — per il resto tutto si è bloccato. Non solo: per Sant’Elia non sono stati utilizzati del tutto nemmeno i soldi del primo contratto di quartiere: l’impresa che aveva vinto l’appalto è fallita e gli interventi per il verde pubblico non sono stati fatti». La ristrutturazione abitativa del rione riguada i palazzoni, costruiti negli anni Settanta del secolo scorso. A suo tempo si era anche parlato di rimozione in quanto figli di un’urbanistica per l’edilizia popolare degli anni Sessanta che, priva di (o non essendo riuscita a realizzare i) servizi, aveva finito col produrre dei ghetti. Poi si era visto che dal punto di vista abitativo gli alloggi erano funzionali e preso atto (tramite una serie di inchieste) che gli abitanti volevano restarvi. E così si era optato per la riqualificazione. Ma ora nessuno ne parla più.

di Roberto Paracchini

29 dicembre 2009


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