Sanità, Sardegna regione canaglia è bufera sul deficit da 225 milioni.
La bocciatura. Il ministero della Salute rimanda a dicembre il piano di rientro: commissariamento in vista
Pdl e Pd si rimpallano le responsabilità Liori: è tutta colpa della coppia Soru-Dirindin
La Sardegna rischia seriamente di essere annoverata tra le Regioni “canaglia” nella spesa sanitaria e di subire un inglorioso commissariamento da parte del Governo. La verifica del Piano di rientro 2007-2009 dal deficit della sanità - effettuato nei giorni scorsi dal ministero - ha infatti dato esito negativo. Non si tratta di una bocciatura definitiva, perchè il ministero ha dato tempo fino alla fine del 2010 per tamponare il buco di circa 225 milioni maturato nel 2009. Ma poco ci manca. E il fatto che la Sardegna sia stata equiparata a regioni come Calabria, Lazio, Campania e Molise (che per ripianare il debito potranno fare ricorso ai fondi Fas e già fanno pagare ai cittadini il ticket sui farmaci) fa presupporre un piano di lacrime e sangue. Intanto la mazzata del Governo infiamma il clima politico. Con la maggioranza e l'opposizione che si rimpallano le responsabilità della voragine sanitaria.
Tra martedì e mercoledì il piano di rientro è stato sottoposto a verifica: la Regione sarda - si legge in una nota del ministero della Salute - «dopo aver presentato a consuntivo 2008 un disavanzo non coperto di circa 75 milioni di euro ha presentato al IV trimestre un disavanzo non coperto di circa 225 milioni di euro per l’anno 2009». Ma se la Regione ha già comunicato di aver disposto una manovra di bilancio per assicurare la necessaria copertura, la bacchettata del ministero riguarda soprattutto la mancanza di misure adeguate per il risanamento del sistema sanitario (riorganizzazione della rete ospedaliera e territoriale, razionalizzazione dell’acquisto dei beni e servizi). Atti, questi, che la Regione dovrà compiere entro la fine dell'anno per poter accedere a un’ulteriore tranche dei finanziamenti.
«È indubbiamente un grave smacco per il centrodestra e per l’assessore regionale della Sanità», hanno attaccato il capogruppo del Pd Mario Bruno e i consiglieri Marco Espa, Pierluigi Caria e Valerio Meloni chiedendo all’assessore Liori di illustrare nel dettaglio le voci di spesa dei 225 milioni di deficit dichiarati nel 2009. «Non possiamo fare a meno di osservare che questo accada per la prima volta e che mai i precedenti governi regionali di centrosinistra erano stati bacchettati da Roma per il disavanzo sanitario». Ha rincarato la dose il segretario del Pd Silvio Lai: «Non possiamo che esprimere preoccupazione sul calo di credibilità che la Sardegna avrà dopo questa bocciatura».
Pronta la replica dell'assessore Liori. «Se di bocciatura si tratta, questa è esclusivamente nei confronti della Giunta precedente - ha ribattuto -. Infatti, il piano di rientro è riferito alle annualità 2007/09 e le cronache raccontano, anche agli smemorati consiglieri regionali del Pd, che si tratta degli anni governati dalla coppia Soru-Dirindin, fino a settembre 2009 quando la Giunta Cappellacci ha provveduto alla nomina dei nuovi commissari Asl (i cui contratti ieri sono prorogati fino al 30 giugno dr). L’impegno dell’attuale Giunta nel porre rimedio a simile sfacelo ha comunque riportato una vittoria: evitare il commissariamento ed ottenere un ’apertura di credito fino alla fine dell’anno». Dello stesso avviso il capogruppo del Pdl, Mario Diana. «I motivi dell’aumento di spesa che si è verificato nel 2009 rispondono ai nomi dei direttori generali nominati dalla maggioranza di centrosinistra nella passata legislatura, rimasti in carica fino alla fine dello scorso anno».