Scelte rapide:
Marco Espa

Menu principale

BLOG



Sostengo Francesca Barracciu alle Primarie del PD

...e sono candidato con lei capolista nel collegio di Cagliari 2. Dario Franceschini sul nazionale.
La cronaca dell'incontro del 18 ottobre con Francesca Barracciu e Dario Franceschini.
Il video del mio intervento.

Immagine rappresentativa per: Sostengo Francesca Barracciu alle Primarie del PD

FrancescaBarracciu.it
DarioFranceschini.it

Dall'Unione Sarda del 19 ottobre 2009
«Porto calze turchesi, sto con Mesiano»
Provocazione di Franceschini dopo le polemiche sul giudice

Strana politica, strano Paese quello in cui il leader dell'opposizione mostra i calzini ai cronisti e nessuno pensa che sia pazzo, ma tutti annotano subito sul taccuino: sono turchesi . Dario Franceschini corre il rischio di un abbinamento spericolato pur di manifestare solidarietà al giudice Mesiano: quello che ha condannato la Fininvest a risarcire 750 milioni di euro a De Benedetti, meritandosi così di essere pedinato per una mattina dalle telecamere di Canale 5 (con commento ironico sui suoi calzini, appunto, turchesi).
CONTRO BERLUSCONI Il segretario del Pd solleva i pantaloni ad uso dei fotografi arrivando nel pomeriggio in un hotel di Cagliari (affollatissimo), seconda tappa di un tour elettorale per le primarie iniziato al mattino a Chieti e concluso poi a Oristano. «Bisogna reagire a quel che sta accadendo», dice spiegando l'insolito uso a fini politici del guardaroba: «Non è normale un capo del Governo che attacca le istituzioni di garanzia, vuol cambiare la Costituzione da solo, attacca i magistrati e la stampa libera, usa le tv per intimidire un giudice colpevole solo di aver fatto il giudice».
Insomma, il leader democratico che si candida a succedere a se stesso ribadisce il concetto: l'accusa di antiberlusconismo non lo sfiora, «se il 25 ottobre sarò rieletto segretario - promette - il Pd farà un'opposizione ferma e intransigente. Dire che lo scudo fiscale è uno schiaffo alle persone oneste, o che nella scuola stanno attuando un inedito licenziamento di massa, è antiberlusconismo? L'opposizione fa opposizione, in tutto il mondo».
NELL'ISOLA Anche in Sardegna, dice Franceschini, dove «non è antiberlusconismo dire che la destra sta devastando uno dei posti più belli del mondo». L'attacco al piano casa (piano cemento, per il Pd) approvato dal Consiglio regionale è la nota ricorrente dell'incontro cagliaritano: fin dagli interventi di Francesca Barracciu, candidata della mozione Franceschini alla segreteria regionale, di Chicco Porcu e Marco Espa, delle giovani e già spigliate candidate all'assemblea regionale Stefania Spiga e Chiara Cortese.
E naturalmente è anche il tema dell'intervento di Renato Soru, che parla prima di Franceschini e in verità lo batte di netto con gli applausi a scena aperta (più la standing ovation finale), in una platea con evidenti nostalgie del quinquennio soriano. «Pensate a Villasimius, Teulada, Bosa, Muravera», dice l'ex governatore, apocalittico, «pensate a ogni tratto di costa in Sardegna e dimenticatevelo: perché non esisterà più, con questa legge che massacra l'ambiente».
IL PARTITO L'attacco a Berlusconi e al governo, accusato di inerzia contro la crisi, è il motivo centrale ma non l'unico del discorso di Franceschini. Lui che ha raccolto la difficile eredità di Veltroni («con Walter abbiamo fatto tante cose buone e qualche errore», ammette) spera in un partito che, all'indomani del 25 ottobre, sappia ritrovarsi unito.
«Le primarie sono un confronto vero, ma nessuno si spaventi», chiarisce: «Chiunque vinca, da lunedì prossimo avrà il sostegno leale di tutti». La porge come una certezza ma è soprattutto un auspicio, se è vero che aggiunge: «La stagione della litigiosità tra di noi sui giornali, alimentata dalla voglia di avere un po' di visibilità, ci ha stancato».
Al di là della promessa di fare squadra, però, il segretario-candidato ribadisce il succo della sua proposta per il Pd: «Non si rinuncia al bipolarismo, tantomeno per aiutare la nascita di un centro che poi decida ogni volta con chi stare. Non si rinuncia al partito aperto agli elettori, e non solo agli iscritti, per le grandi scelte. Non si rinuncia a cambiare l'Italia riaffermando i valori della solidarietà e della meritocrazia. Né a incalzare il governo con proposte concrete, come fa il gruppo alla Camera guidato da Antonello Soro», che scorta il leader nel tour sardo. In sintesi, «non si torna indietro: la mia mozione - conclude Franceschini - se volete sta tutta in questa frase». Chi sia a voler fare retromarcia, lui non lo dice: i suoi sostenitori sanno già cosa intende.
GIUSEPPE MELONI

[16 ottobre 2009]

di Redazione

Argomenti (TAGS): PD -

Condividi su

  • Condividi su Facebook
  • Condividi su Twitter
  • Condividi su My Space
  • Condividi su Linkedin
  • Condividi su Google Bookmarks
  • Condividi su Indoona

Marco Espa

 

Argomenti

Link

Rassegna stampa

Materiale utile